L’ottima realizzazione dell’ ETR 500 di Toni Greca (dal nome multiforme, come si chiamerà veramente?) mi induce:
a) A fargli pubblici complimenti, e
b) A considerazioni più generali
a) I complimenti Toni se li merita per l’ottima realizzazione dell’ ETR 500 e derivati, finalmente un altro pezzo fondamentale per materiale rotabile italiano, per chi come me non ne può più di locomotori e carrozze tedesche, o peggio inglesi! Semmai, un piccolissimo neo è il rumore un po’ brutale in frenata, ma sarà sicuramente corretto.
Un grande incoraggiamento a Toni per la continuazione dei suoi lavori, che raccolgono l’eredità di Pasquale Nicolardi &C, pionieri di TS in Italia.
b) Adesso possiamo contare sull’ E464 (grazie a WG), su un decoroso numero di carrozze, (speriamo presto la semipilota MDVC) e su itinerari bellissimi tipo la mitica To-Ge di Claudio Mussa, e poi Milano-Mortara, Brescia-Iseo (da me consumata per usura, speriamo che esca la versione 2.0!) poi la Venezia di Carlo Boninsegna e la recente Chivasso-Ivrea di SV (ma sua mamma lo chiamerà così o ha un nome in italiano esteso?) che mi è costata giorni e giorni di ricerche di tutti gli assets.
È comunque chiaro a tutti che tali opere richiedono una mostruosa mole di lavoro, mi immagino madri e spose e pargoli dietro l’autore che compita al computer.
Come si fa a compensare tale lavoro? Come si fa ad evitare il comprensibilissimo rischio che fatta la prima realizzazione per pura passione gli autori si scoraggino e non continuino?
Alla fin delle finite mi pare che per l’Italia l’istituto della donazione sia il più adatto, anche se non ho la percezione della sua diffusione (gli appassionati italiani sono disposti a sostenere l’istituto della donazione? Non si puo’ avere mica sempre tutto gratuitamente!).
Anche le esperienze “industriali” non sono andate a buon fine: guardate Anemone Labs e il loro pregevolissimo Minuetto.
Eppure perfino gli Sloveni riescono a sostenere una attività “economica” per non parlare dei molteplici tedeschi. Ma che rete di collaboratori, e soprattutto, che clientela hanno?
Possibile che in Italia non si riesca a fare?
Vorrei tanto sentire le opinioni dei nostri bravi autori più sopra citati, mi auguro che possa sorgere un proficuo dibattito.
Finisco lo sproloquio salutandovi tutti cordialmente e ringraziandovi per i vari “opus”.
Vediamo se qualcuno puo’ mettere in campo un commento.
Renato Gaudio - Torino